La pressoterapia è un metodo terapeutico utilizzato in ambito medico per esercitare una compressione sugli arti inferiori e superiori nella direzione periferia-centro, o in termini medici nella direzione distale-prossimale, ovvero piede o mano-anca o spalla. Questo avviene attraverso un dispositivo che permette di gonfiare in modo sequenziale dei particolari accessori che avvolgono le parti del corpo da trattare, simulando un massaggio umano.
La metodica, nata in ambito medicale, con l’esperienza acquisita nei centri di eccellenza e lo sviluppo tecnologico delle apparecchiature, ha man mano trovato delle precise linee guida per un suo corretto utilizzo sia per il trattamento di patologie quali edema, linfedema, insufficienza venosa e prevenzione della trombosi venosa, che in ambito estetico, per combattere ad esempio ritenzione idrica e cellulite.
La terapia, consigliata dal medico a seconda della patologia, utilizza diversi modelli di apparecchi e può essere eseguita sia in centri specializzati che al proprio domicilio, acquistando o noleggiando gli apparecchi adatti alle proprie esigenze.
Gli accessori di cui la terapia si avvale sono principalmente gambali o bracciali dotati di camere gonfiabili nelle quali un apposito apparecchio immette aria secondo pressioni ben definite e con una sequenzialità che va dalla periferia degli arti verso la loro radice in maniera tale da generare una sorta di onda peristaltica in grado di veicolare il liquido interstiziale depositato nei tessuti dapprima all’interno dei vasi linfatici e venosi e progressivamente di attivarne la circolazione.
Pur rappresentando un presidio terapeutico apparentemente semplice, e per questo spesso proposto e praticato da figure professionali non mediche (come negli istituti di bellezza), è indispensabile che questo trattamento sia prescritto e realizzato sulla base di precise indicazioni e dopo un attento esame clinico generale e locale per identificare eventuali controindicazioni, dal momento che l’applicazione di una pressione eseguita in maniera scorretta può risultare non solo inefficace ma addirittura dannosa, generando fenomeni di stasi o flussi retrogradi.